Uno sguardo d’autore

Lo spazio e gli oggetti

Cupido, dopo aver compiuto la sua vendetta ai danni di Iulio facendolo innamorare di Simonetta, torna nel regno della madre Venere sull’isola di Cipro. Il palazzo della dea sorge al centro di un meraviglioso giardino in cui regna un’eterna primavera. La descrizione del palazzo di Venere, ed in particolare delle sue porte, è l’occasione per una raffinata ekphrasis che descrive la nascita della dea (ispirando in tal modo il noto quadro di Botticelli)

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Angelo Poliziano, Stanze per la giostra di Giuliano de Medici, I, 97-101

Mille e mille color forman le porte
Di gemme, e di sì vivi intagli chiare,
Che tutte altre opre sarian roze e morte
Da far di sè Natura vergognare.
[…]
Nel tempestoso Egeo in grembo a Teti
Si vede il fusto genitale accolto,
Sotto diverso volger di pianeti,
Errar per l’onde in bianca schiuma avvolto,
E dentro nata in atti vaghi e lieti
Una donzella non con uman volto,
Da zefiri lascivi spinta a proda
Gir sovra un nicchio, e par che ’l ciel ne goda.
Vera la schiuma, e vero il mar direste,
Il nicchio ver, vero il soffiar de’ venti:
La Dea negli occhi folgorar vedreste,
E ’l ciel riderle attorno e gli elementi.
L’ore premer la rena in bianca veste,
L’aura incresparle li crin distesi e lenti;
Non una, non diversa esser lor faccia,
Come par che a sorelle si confaccia.
Giurar potreste, che dell’onde uscisse
La Dea, premendo con la destra il crino,
Con l’altra il dolce pomo ricoprisse,
E stampata dal piè sacro e divino
D’erba e di fior la rena si vestisse,
Poi con sembiante lieto e pellegrino
Dalle tre Ninfe in grembo fosse accolta,
E di stellato vestimento involta.

Riflessione

“Un giorno anche la guerra s’inchinerà al suono di una chitarra.”

Jim Morrison

Elaborati grafici di Carlotta Gallo

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